tribal Marketing
Il Marketing Virale descrive "ogni strategia che incoraggia le Persone a passare ad Altri un messaggio pubblicitario, creando il potenziale per la crescita esponenziale del messaggio stesso".
Il marketing tribale viene definito sinteticamente come «una strategia volta a creare comunità intorno ad una Idea, nel caso di un brand, intorno ad un prodotto o un servizio».
Questo concetto è stato proposto ed introdotto dal Sociologo francese Michel Maffesoli e dal professore di marketing Bernard Cova, come alternativa mediterranea al pensiero dominante “classico” di stampo americano.
Mentre il marketing americano obbedisce essenzialmente ad una richiesta di individualizzazione e di personalizzazione dei consumatori, la "proposta mediterranea", invece, mira invece a rispondere al nuovo e postmoderno bisogno dei consumatori di ristabilire un legame sociale comunitario. Il marketing tribale, dunque, tenta di sviluppare una prassi che cerca di non fare leva su azioni di "rottura", quanto cercare di mantenere i legami con il "passato" e il "territorio", cioè conservando la capacità di costruire, sviluppare o mantenere il legame con la tradizione, con le persone o le situazioni del passato.
Secondo la scuola mediterranea tale legame sociale comunitario viene cercato e trovato dai consumatori in seno a raggruppamenti che hanno l’aspetto di tribù, intese come comunità emozionali in cui si condividono passioni comuni.
La strategia che questo nuovo approccio propone è, dunque, non tanto quella di stabilire un legame personale con il cliente, quanto piuttosto quella di alimentare e sostenere il legame fra i clienti stessi, aiutandoli a condividere le proprie passioni e a sentirsi parte di un gruppo con le stesse affinità elettive.
Nel marketing tribale, di conseguenza, l'intimità con il cliente passa attraverso il coinvolgimento dell'azienda nella tribù: sostenendo e partecipando ai suoi rituali l'azienda ne diventa un membro a tutti gli effetti. In questo modo il consumatore smette di essere “cliente” e diventa “fan”, sviluppando una vera e propria fedeltà affettiva nei confronti dell'azienda e/o della marca che sostiene la sua "tribù".
Poiché molto spesso i consumatori si riuniscono in base alla passione per una particolare marca, l'approccio tribale sta influenzando anche il brand management, dando vita a quello che comincia ad essere chiamato tribal branding.
Alla base di questo approccio c'è il riconoscimento della natura sociale della marca e, di conseguenza, la necessità (consapevoli dell'avvento del cosiddetto "consumer empowerment") di coinvolgere i consumatori nell'evoluzione del significato del brand.
La strategia proposta è insomma quella di “fare del marketing senza fare il marketing”, ossia adottare un atteggiamento più umile, facendo un passo indietro e lasciando più spazio ai consumatori appassionati.
Questa strategia, a fronte di una leggera ed inevitabile perdita di controllo sul brand, risulta assai vantaggiosa perché porta ad un più stretto e più fedele rapporto con la propria clientela, rapporto che risulta più proficuo non solo per l’azienda, ma anche per gli stessi consumatori.
I principi scientifici di supporto a questo nuovo paradigma del marketing hanno radici in varie discipline delle scienze sociali, tra cui i Cultural Studies, la Sociologia Economica, la Business Anthropology o Antropologia Applicata.
Questo concetto è stato proposto ed introdotto dal Sociologo francese Michel Maffesoli e dal professore di marketing Bernard Cova, come alternativa mediterranea al pensiero dominante “classico” di stampo americano.
Mentre il marketing americano obbedisce essenzialmente ad una richiesta di individualizzazione e di personalizzazione dei consumatori, la "proposta mediterranea", invece, mira invece a rispondere al nuovo e postmoderno bisogno dei consumatori di ristabilire un legame sociale comunitario. Il marketing tribale, dunque, tenta di sviluppare una prassi che cerca di non fare leva su azioni di "rottura", quanto cercare di mantenere i legami con il "passato" e il "territorio", cioè conservando la capacità di costruire, sviluppare o mantenere il legame con la tradizione, con le persone o le situazioni del passato.
Secondo la scuola mediterranea tale legame sociale comunitario viene cercato e trovato dai consumatori in seno a raggruppamenti che hanno l’aspetto di tribù, intese come comunità emozionali in cui si condividono passioni comuni.
La strategia che questo nuovo approccio propone è, dunque, non tanto quella di stabilire un legame personale con il cliente, quanto piuttosto quella di alimentare e sostenere il legame fra i clienti stessi, aiutandoli a condividere le proprie passioni e a sentirsi parte di un gruppo con le stesse affinità elettive.
Nel marketing tribale, di conseguenza, l'intimità con il cliente passa attraverso il coinvolgimento dell'azienda nella tribù: sostenendo e partecipando ai suoi rituali l'azienda ne diventa un membro a tutti gli effetti. In questo modo il consumatore smette di essere “cliente” e diventa “fan”, sviluppando una vera e propria fedeltà affettiva nei confronti dell'azienda e/o della marca che sostiene la sua "tribù".
Poiché molto spesso i consumatori si riuniscono in base alla passione per una particolare marca, l'approccio tribale sta influenzando anche il brand management, dando vita a quello che comincia ad essere chiamato tribal branding.
Alla base di questo approccio c'è il riconoscimento della natura sociale della marca e, di conseguenza, la necessità (consapevoli dell'avvento del cosiddetto "consumer empowerment") di coinvolgere i consumatori nell'evoluzione del significato del brand.
La strategia proposta è insomma quella di “fare del marketing senza fare il marketing”, ossia adottare un atteggiamento più umile, facendo un passo indietro e lasciando più spazio ai consumatori appassionati.
Questa strategia, a fronte di una leggera ed inevitabile perdita di controllo sul brand, risulta assai vantaggiosa perché porta ad un più stretto e più fedele rapporto con la propria clientela, rapporto che risulta più proficuo non solo per l’azienda, ma anche per gli stessi consumatori.
I principi scientifici di supporto a questo nuovo paradigma del marketing hanno radici in varie discipline delle scienze sociali, tra cui i Cultural Studies, la Sociologia Economica, la Business Anthropology o Antropologia Applicata.